LE SUORE DI ANYAMA
Le suore di don Orione, chiamate
Piccole Suore Missionarie della Carità, sono arrivate
ad Anyama il 20 novembre 1995: tre sorrisi diversi, giovani
e giovanili, che hanno subito suscitato simpatia. Nient'affatto impacciate, suor Eveline
(polacca), suor Edmée (malgascia) e suor Irma
(argentina), attese dalla comunità cattolica della
città, si sono rimboccate le maniche e si sono
guardate attorno: tanti bambini, tante mamme, tante
ragazze. Non c'è stato bisogno di fare
grandi ricerche per capire che don Orione le mandava
lì a dare una risposta d'amore a grandi
povertà. Bambini denutriti sono appannaggio
dell'anemia, della malaria, della verminosi, dei problemi ai
bronchi e alle vie respiratorie. Quando non c'è
l'AIDS trasmesso dalla mamma. Col "Fiorino" raggiungono un
piccolo centro a 5 km, chiamato Anyama-Ajamé,
ov'è stato costruito un piccolo presidio sanitario,
passando per una strada orribile: si portano la bilancia, un
po' di medicine, latte in polvere
Così tre volte la settimana
visitano 30-40 bambini, mentre il quadernetto fa presto a
schedarne 102 per denutrizione. Bisogna aiutare le mamme che
non hanno una gran preparazione e qualche volta non
s'accorgono che la bimba da tre giorni ha la febbre a
39. Si fa come si può facendo un
po' da Marta, un po' da Maria e facendo anche da medico, che
non si può avere. I centri di analisi sono ad Abidjan
e ad Aboisso (trenta - quaranta km ). Le medicine si comprano a prezzo
agevolato dalla farmacia di stato, mentre l'Ordine di
Malta dà gratis quelle di cui dispone. La scuola di sartoria, cucito e
ricamo, già istituita in parrocchia da qualche anno,
beneficia della presenza di suor Edmée: le ragazze
risentono a volte dell'ambiente famigliare, spesso avendo a
che fare con più matrigne, quando il papà ha
aggiunto alla prima due o tre mogli in più, e un po'
più giovani delle precedenti. Qualcuna fa fatica ad essere
disciplinata e pretende
Però - dice la
suora - rispettano e dimostrano buona volontà.
Attualmente sono 92 in tutto. Dopo una prima sistemazione di fortuna
a trecento metri dalla chiesa parrocchiale (si
affittò una casaccia che non godeva fama di
moralità
), la Congregazione ha investito
acquistando un bello spiazzo di un ettaro di terreno
realizzandovi una costruzione moderna, grande, sulla quale
si fanno tanti sogni. È arrivata anche una quarta
suora, suor Teresa del Madagascar. La prima abitazione nel maggio del '98
diventa
dispensario - farmacia - ambulatorio.
Alle sei del mattino, tutti i giorni, c'è già la fila delle donne, col bimbo in braccio o dietro la schiena nello stile classico del pagne, davanti all'uscio.
Suor Evelina con largo sorriso alle 7,30 apre la porta, saluta, nel suo vestito candido da prima comunione e comincia a distribuire i cartellini col numero alle prime 60 fortunate di oggi .
Le altre dovrebbero andare all'Ospedale della città, ma &endash; ordinariamente - tornano lì la mattina dopo: preferiscono questa soluzione anche per il costo delle medicine.
Un apparecchio per l'elettrocardiogramma è stato donato dagli amici di Borgo San Lorenzo. Così suor Edmée può rendere questo prezioso servizio dietro un compenso - per chi può darlo - di 6.000 lire italiane. Nella struttura pubblica ne occorrerebbero 24.000 e i più non possono permetterselo. Adesso servirebbe il microscopio per l'analisi del sangue, specialmente per contare il numero dei parassiti della malaria per ogni mm. cubo di sangue.
Alle 8 cominciano le consultazioni e la distribuzione delle medicine nella piccola farmacia.
Le medicine vengono acquistate - di norma - alla P.S.P. (Pharmacie Service Publique ) di Abidjan, la farmacia che le fornisce a chi ne ha il titolo. In pratica tutti gli apprestamenti sanitari della Costa d'Avorio. È il prezzo ospedaliero che bisogna rispettare nella vendita.
Ma per mamme e bambini in miseria che non possono neanche quel poco c'è sempre la Divina Provvidenza.
Dal 98 si è potuto avere, una volta la settimana, la presenza di tre medici specialisti: un cardiologo, un oftalmologo, un otorinolaringoiatra: tre dottoresse protestanti, bravissime. Potrà sembrare strano, ma le clienti più assidue sono le mamme musulmane, di cui alcune avvolte nel classico chador che ne lascia vedere il volto in filigrana.
Qualche cristiana se ne duole col parroco, dicendosi messa in seconda linea.
Le malattie più comuni sono la malaria, le affezioni ai bronchi e alle vie respiratorie, pleuriti, gastroenteriti, anemia, ipertensione, sifilide, tubercolosi e - in un crescendo che fa paura - l'AIDS.
Quello dell'AIDS (lì detto SIDA) è la malattia che si vuole negare, che si presenta come volontà degli spiriti antenati, di uno spirito malefico incarnato in un congiunto che ne è ignaro.
Una maledizione che si esorcizza cacciando di casa il parente maledetto per destinarlo ad una morte da disperati. Al nostro dispensario ogni giorno c'è qualcuna di queste povere creature: una flebo, una carezza, torni pure domani...
Si è in attesa degli strumenti e delle attrezzature per la diagnostica di questa che è una vera peste soprattutto nell'Africa subsahariana .
La vita di preghiera, di sacrificio; l'esempio di una dedizione piena ai poveri non è passata inosservata e qualche ragazza chiede di condividere momenti di lavoro e di preghiera con le suore.
Tantoché le vocazioni cominciano ad affacciarsi e a far sperare: una giovane ivoriana è al noviziato.
L'Italia può dare una mano e anche due a quest'opera di bene in un avamposto della carità, un 'opera che è insieme testimonianza e profezia.
Qualche famiglia offre una cesta di frutta, qualche pane, un pollo .
È tanta grazia di Dio, ma meno di una goccia per i tanti bambini denutriti (ne sono schedati 580).
A titolo di cronaca: per un bimbo di poche settimane, solo di latte in polvere ne servono due chili al mese. E qui un chilo costa 4.800 lire.
Come due pacchetti di sigarette.
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