PRESENZA
La
prima esperienza fu ad Agadji - a metà Togo - nella parrocchia di St. Augustin
ove lavorarono i confratelli don Corrado, don Bonsanto, don Jerano, don Pagliuca,
don Ettore Parravani e don Fazzino. Fu il Direttore Provinciale don G.
D’Ercole che, dopo un’esperienza di alcuni anni, riconsegnò la parrocchia
alla diocesi e trasferì la Comunità a Bombouaka e a Bogou, al Nord del Togo.
Con
don Giovanni d’Ercole fu in effetti la Provincia religiosa orionina di Roma a
fare questa scelta non senza averne soppesate le difficoltà: il clima, la
mancanza d’acqua, la lingua, il fatto che a confine del Gana si trattava di
zone di prima evangelizzazione per la quale non si avevano precedenti
esperienze. Coraggio e forse un pizzico d’incoscienza. Poi la cosa partì con
il sostegno economico della stessa Provincia religiosa dei Santi Apostoli Pietro
e Paolo di Roma. Formandosi poi, nel 1996, la Vice Provincia Notre Dame d’Afrique,
questa unificò le realtà del Togo e della Costa d’Avorio in un’unica entità,
cui fu preposto come Superiore don Angelo Girolami.
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La tomba di don Sebastiano Fazzino. |
L'apostolato
degli orionini si svolge quindi attualmente nella regione del nord abitata
dall'etnia Mobà, una delle 38 etnie con lingua e cultura diversa, un vero
mosaico per un Paese di 3.700.000 abitanti. La zona è quella presahelica,
poverissima, e, specialmente durante la stagione secca, (da dicembre a giugno)
la vita diviene particolarmente difficile .
L’arrivo
nel 1987 a Bogou-Bombuaka, due centri fra loro distanti 7 km, presentò i due
diversi campi di attività, quello parrocchiale e quello a favore di bambini
handicappati motori.
Non
è compito di questo scritto dire il cammino e le tappe di questi I2 anni,
un’impossibile cronaca delle fatiche, dei successi, delle amarezze il cui
bilancio custodisce il Signore: è lui che ci ha chiesto la vita di don
Sebastiano Fazzino, su un orribile tornante di quelle strade arroventate. Aveva
54 anni.
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