IL CENTRO PER HANDICAPPATI

A causa della polio pare che questi Centri, in Africa, siano una costante che deve accompagnare la nostra missione. Da statistica attendibile (LE TOGO - Yvonne Francois) il Togo conta il 10% di handicappati motori: molto per un piccolo paese.

Prima delle grandi campagne di vaccinazione ne era responsabile la poliomielite.

Normalmente i bambini poliomielitici si accettano così come sono e vivono e crescono in seno alla famiglia: devono sbrogliarsela da soli. La loro malattia solo di rado viene presa in considerazione. Sicché, come grave conseguenza, le membra prive di rieducazione si atrofizzano attestandosi su posizioni irreversibili.

A 7 km. dalla sede della missione di Bogou, sulla strada nazionale che qui raggiunge il massimo degrado, c’è il villaggio di Bombouaka.

Dal 68, qui, ad opera di un parroco francescano, si iniziò, molto in piccolo, l’assistenza a qualche bambino colpito dalla polio. Prima una famiglia, poi una laica, religiosa francese per 15 anni, fino all’arrivo dei nostri; nell’ordine don Bonsanto e Parravani, don Fazzino.

Bombouaka: l'ingresso del Centro Handicappati Don Orione.

Bimbi del Centro Handicappati.

Oggi è don Fabio Antonelli, coadiuvato da Fr. Keseté - in Togo dal 91 - a svolgere il servizio di carità e promozione sociale fra questi meno fortunati fratellini.

Qui 30 bambini ricevono assistenza giorno e notte, seguendo un certo iter che passa per l’accoglienza, l’intervento chirurgico - sanitario, vitto, alloggio, assistenza scolastica con borse di studio e con l’aiuto che può dare la famiglia: scuola elementare, secondaria e, per chi ne ha la capacità intellettiva anche l’università.

Vi sono 8 dipendenti stipendiati.

Di recente è stato costruito, a mezzo km. dal campo base, un centro tecnico con un foyer per i giovani handicappati che sono in grado di autogestirsi, una specie di piccola comune ove loro stessi si accudiscono facendosi da mangiare e curandosi la struttura loro data in uso.

È lì l’atelier che costruisce le protesi: se ne servono naturalmente anche i ragazzi passati già al centro e che, tornati alle loro case, sono ancora seguiti. Sono oltre 500.

Qui i Rotary del Piemonte hanno costruito un pozzo artesiano ed una colonna di trenta metri che sostiene un grosso invaso: l’acqua è il bene più prezioso. Più avanti i particolari di quest’opera.

La prima urgenza da affrontare è adesso la costruzione di un centro per la rieducazione degli arti ( fisioterapia, ginnastica, piccola piscina ).

Il lavoro a favore di questi disabili si estende a tutta la diocesi di Dapaong, coprendo un’area di circa trecento km. per settanta.

Di questo centro si servono e beneficiano anche altri enti come il Foyer de charité d’Aledjo, le sœurs Missionnaires di Yadé, le sœurs Servantes di Saint Esprit di Bassar, altri centri di Kara, Sioux….

Si sta rivelando anche molto utile un piccolo ufficio a Dapaong, ove, due volte la settimana si danno appuntamento col responsabile del centro Handicappati per consultazioni, verifica protesi, spiegazioni e consigli a persone che, con la polio in casa, non sanno dove sbattere la testa.. Don Fabio precisa: “niente completamente gratis. La famiglia non deve scaricare il figlio handicappato, ma deve avere una partecipazione, anche se limitata alle sue possibilità”.

Atelier per le protesi.

Il deposito dell'acqua, opera del Rotary del Piemonte.

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