Solidarietà sociale ed adozioni a distanza in Africa

Testimonianza di Francesca


Testimonianza di Francesca

Sono appena tornata da un'esperienza fantastica in Costa d'Avorio con l'Associazione Solidarietà Missionaria Onlus, credo dalle nostre parti meglio conosciuta come quella legata al nome di Don Pasquale Poggiali.
Ad essere sincera partivo con tanto entusiasmo nell'anima, ma anche un po' di scetticismo dato dal mio carattere e dal fatto che ultimamente in Italia ne abbiamo sentite tante di opere caritatevoli che hanno avuto il solo scopo di gonfiare le tasche dei promotori dell'iniziativa.
Ho piacere, invece, di farmi testimone di forti emozioni che solo vivendole si possono capire pienamente, di paesaggi stupendi, di un'Africa che cambia e ti fa conoscere le proprie facce nel corso di una sola giornata, ma che alla fine ti lascia una serenità immensa e non riesci a capire bene da dove essa arrivi. In merito a questa felicità ci ho un po' riflettuto mentre ero lì e in questi pochi giorni in cui, un po' fuori dal mondo, sono ritornata alla routine della nostra realtà. Quei bambini che, in confronto ai nostri, non hanno niente, ti sorridono solo per una caramella o per una foto ti riempiono veramente il cuore di tanta felicità e ti fanno riflettere, mettere in discussione ed apprezzare le cose più scontate. Sono sorrisi e risa che ti contagiano e che una volta tornata a casa ti mancano, ma che ti hanno lasciata una grande magia e felicità nell'anima.
Che serve per essere felici?Il nostro mondo ci ha portati a volere sempre di più e a non essere mai appagati di niente.
Lì ti ritrovi in una realtà totalmente estranea alla nostra, visitando i villaggi un po' più distanti dai centri "urbani", persi nella foresta è come piombare in un altra dimensione..in un altro tempo. Ti ritrovi a far parte di un documentario, ma il farne parte vi assicuro che è tutt'altra cosa che stare vederlo alla tv; è un'emozione fortissima. Vedere queste persone vivere in capanne fatte di fango e foglie di palma senza acqua, senza luce..senza niente...i bimbi in giro mezzi nudi, sporchi, con i pancioni, ma soprattutto con questi grandi occhioni neri che ti scrutano incuriositi ed impauriti!non è difficile ritrovarsi ad avvicinare dei bambini per donare loro una caramella o una carezza e vederli scappare a gambe levate per la paura nei tuoi confronti.
Vedere queste persone vivere al minimo della sussistenza, ma sempre sorridenti e pronti per una calda accoglienza ti fa capire che loro apprezzano la vita molto più di noi.
Per assurdo lì, dove la vita è molto più dura, tutto è più semplice...
Ancora di più vorrei essere testimone dell'opera che Don Poggiali, di chi lavora con lui e dell'Associazione. Molti bambini riescono ad avere un pasto e una chance verso il futuro con la possibilità di studiare, innanzitutto con le borse di studio che arrivano dai genitori "adottivi" e poi con lo stanziamento di fondi raccolti dal Progetto per la costruzione di scuole, mense, bagni, pozzi e quant'altro venga proposto e passato dall'attento esame dei fautori di questo progetto.
Naturalmente è cura di quest'ultimi assicurarsi del compimento dei lavori per essere certi che i soldi donati siano usati in maniera adeguata.
Tutte le informazioni in merito all'Associazione, al Progetto Ippocrate e alle modalità per adottare un bimbo e fare una donazione le potete trovare sul sito: www.assomis.it.
Consiglio a tutti di dargli almeno un'occhiata; un piccolo gesto da parte nostra può aiutare molto.
Nelle info potete trovare anche la testimonianza di chi, come me, ha fatto questa stupenda esperienza. Ci sono anche un po' di foto, che qualcosa in più riusciranno a trasmettervi, ma come ho spesso detto a chi mi ha chiesto del mio viaggio le foto e le parole non sono sufficienti per spiegare l'emozioni che rimangono dentro al cuore, la felicità che un sorriso o un abbraccio ti infonde tutto il corpo...i suoni, i colori...è veramente indescrivibile.
Inoltre vorrei ringraziare tutti coloro che in Costa D'Avorio mi hanno accolto come una di famiglia, a partire da Don Poggiali, Don Antonio, gli stager (Emanuel, Richard e Marius), Karija, Chantal e Iolanda, Don Riccardo e tutti gli altri, ma soprattutto un ringraziamento a Luca Margheri, compagno di viaggio per la prima metà della mia avventura, che mi ha fatto vivere l'Africa nella maniera più semplice e naturale possibile.
Francesca Nuti

16/03/2009

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